20.4.20

Coronavirus. I precari della musica sono alla fame

Si è molto parlato di provvedimenti per il sostegno dei lavoratori dello spettacolo, con il bonus da 600 euro stanziato dal governo. Ma non si è fatto il conto con tutti quei precari del mondo della musica che, dopo anni di studi e soldi spesi per la propria istruzione, galleggiano nel settore mediante i cosiddetti "contratti a chiamata" o lavorano con la "ritenuta d'acconto" nella migliore delle ipotesi. Ma sappiamo che è ampio il ricorso al lavoro nero. 



In un paese come l'Italia, dove la musica è nata, sono sempre meno le orchestre stabili, che possano garantire un contratto a tempo indeterminato ad un musicista. La quasi totalità delle centinaia di laureati in strumento, che ogni anno escono dai conservatori hanno davanti a loro poche scelte. Chi vuole stabilità cerca la via dell'insegnamento nelle scuole, chi invece vuole suonare o lascia il Paese oppure è costretto ad arrangiarsi tra orchestre e orchestrine che in Italia nascono e muoiono, spesso in seno ad Associazioni musicali che tra mille fatiche cercano di portare cultura sul territorio organizzando eventi musicali spot. 

Mettere in regola un lavoratore dello spettacolo, anche per un solo concerto, costa molto, circa il doppio di quanto finisce in tasca al musicista e i fondi sono pochissimi. Quindi molti lavorano a nero e quando va meglio non sono rose e fiori. Già abbiamo dimenticato lo scandalo relativo ai musicisti dell'orchestra del Festival di Sanremo, che prendevano 50 euro al giorno di paga? Con prove estenuanti che si sapeva quando iniziavano e non quando sarebbero finite. Per non parlare del pagamento dell'onorario che a volte avvengono a mesi dalla fine della prestazione artistica. Ma capita spesso anche di essere "bruciati". Su Facebook da anni esiste una pagina dedicata ai "truffati dello spettacolo" messa su da musicisti che dopo aver suonato non hanno mai ricevuto soldi dagli organizzatori.

Ecco e questa è solo la punta dell'iceberg. Il musicista che ha scelto uno strumento classico in Italia è sempre sfruttato e non ha diritto neanche al sostegno che offre oggi il Governo.
Si è calcolato che i lavoratori dello spettacolo fermi in Italia in questo momento siano tra i 300.000 e i 350.000. Il comparto dello spettacolo dal vivo (in regola) ha perso 8 miliardi di euro in un solo mese. Non è possibile invece calcolare la perdita nel sommerso, di tutti i musicisti che lavorano senza contratto tra locali, associazioni e anche tutti quelli che vivono nel mercato dei matrimoni, suonando alle celebrazioni religiose. 

Le associazioni di categoria stanno  insistentemente chiedendo al Governo un "reddito di quarantena" per i lavoratori più fragili, ma sembra non si abbia intenzione di prendere provvedimenti nel breve periodo.
Intanto i precari si mobilitano sul web, pubblicando le loro foto e le loro storie coi seguenti hashtag:
#EsistoAncheIo
#TuttiSulloStessoPalco
#RedditoDiQuarantena


Due ragazzi, fratelli e geni del pianoforte incantano con Schubert

Per due genitori musicisti, interessare i propri figli alla musica è una benedizione, quando ad appassionarsi alla musica sono entrambi i figli è un miracolo, ma quando questi due figli si dimostrano essere anche due geni del pianoforte è davvero incredibile. Lucas e Arthur Jussen  sono due fratelli olandesi (classe 1993 e 1996) che fin da bambini si esibiscono nelle più importanti sale da concerto del mondo fino ad arrivare ad incidere per la prestigiosa etichetta discografica Deutsche Grammophon. Generalmente si esibiscono in composizione per pianoforte a quattro mani, ma hanno successo anche come solisti.


La composizione che propongo oggi è la fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani op.103, D.940 di Franz Schubert (1797 – 1828). Questa composizione è davvero una carezza per l’anima, si tratta di un’opera davvero ispirata nella quale confluisce e si riassume il romanticismo di un’epoca.  L’opera, scritta nell’ultimo anno di vita del compositore, è dedicata ad una sua ex allieva, Carolina, figlia del conte Esterhazy, di cui, come affermano le biografie del compositore, egli era segretamente innamorato. 


Quindi probabilmente il carattere malinconico ed affettuoso di questa incredibile composizione è ispirato proprio a questo ultimo amore impossibile. La composizione è costituita da quattro movimenti:

  1. Allegro molto moderato (fa minore)
  2. Largo (fa diesis minore)
  3. Allegro vivace (fa diesis minore)
  4. Con delicatezza (re maggiore)



Il brano inizia con un tema basato su un ritmo puntato molto malinconico, ma che trasmette anche una certa irrequietezza e inquietudine, sembra quasi di sentire il compositore che ci confida il suo amore per Carolina e tutti i sentimenti che ne conseguono. Una curiosità, il secondo tempo, il Largo, è un omaggio ad un grande Italiano che Schubert ebbe modo di ascoltare in un concerto a Vienna, definendo la sua musica come quella di un angelo, si trattava di Nicolò Paganini e questo tempo della composizione di Schubert è ispirato dal Largo del secondo concerto per violino e orchestra del grande violinista genovese.

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17.4.20

Uno zoo musicale: Il carnevale degli animali di Saint-Saens

Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saens è senza dubbio una delle raccolte più descrittive della storia della musica ed anche una delle più particolari. Questa particolarità si comprende  già dall’organico strumentale, ossia dagli strumenti musicali che sono stati coinvolti nella composizione: abbiamo qui ben due pianoforti, uno xilofono e il glockenspiel, ovvero un’armonica a vetro. 


Considerando il successo planetario che ha avuto e che ha ancora oggi quest’opera, suona strano pensare come l’autore  lo volesse tenere nascosto, fino a vietarne la pubblicazione finché egli fosse stato in vita. Questo perché il brano non era stato concepito come un’opera da destinare ad un vasto pubblico, ma era stato scritto come divertimento da eseguire privatamente in casa di un amico, per il martedì grasso, il violoncellista Charles Lebouc. Inoltre il carnevale conteneva non solo musica ispirata ai versi al comportamento degli animali, ma anche delle scottanti caricature come quella dedicata ai critici musicali, che vengono trasformati in asini ed in fossili. 
Per questo motivo Saint-Saens  ebbe paura che la pubblicazione di quest'opera potesse nuocere gravemente alla sua carriera e per questo ne vietò la pubblicazione. Fece eccezione solamente il celeberrimo “Cigno” che fu utilizzato per una coreografia destinata alla ballerina Anna Pavlova, di cui ci è rimasta una eccezionale registrazione di inizio '900 che allego:



Così come voleva il maestro, la composizione fu eseguita la prima volta solo nel 1922, dopo la sua morte. 
Questa cosiddetta “fantasia zoologica” è composta da 14 brani qui riportati:

  1. Introduzione e marcia reale del Leone- Andante maestoso
  2. Polli e galline - Allegro moderato
  3. Hémiones (animali veloci) - Presto furioso
  4. Tartarughe - Andante maestoso
  5. L' elefante - Allegretto pomposo
  6. Canguri - Moderato
  7. Acquario - Andantino
  8. Personaggi dalle lunghe orecchie - Tempo ad libitum
  9. Il cuculo - Andante
  10. La voliera - Moderato grazioso
  11. Pianisti - Allegro moderato
  12. Fossili - Allegro ridicolo
  13. Il cigno - Andantino grazioso
  14. Finale - Molto allegro

Come si vede l’intento caricaturale si nota subito con la presenza, tra gli animali, dei pianisti. L’intento descrittivo raggiunge invece il suo apice con le galline, dove violini, viole e clarinetti riescono ad imitare perfettamente il verso degli animali. 

Propongo l’esecuzione del 2012 eseguita dai Cameristi del Teatro alla Scala di Milano con commento letto da Elio di Elio e le storie tese.



 Questo per comprendere meglio il fine descrittivo del brano, ma vi consiglio poi di ascoltarlo da capo a fondo senza le letture, magari nell'esecuzione di questi giovani musicisti del conservatorio di Varsavia in Polonia.


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3.4.20

Un angelo in rosso, che incanta al piano con Chopin

Il concerto n.1 di Chopin (1810 - 1849 per pianoforte e orchestra è un grande classico per ogni virtuoso del piano che si rispetti. Vi presento l’interpretazione di Olga Sheps, bella e virtuosa pianista russo-tedesca che ha eseguito il concerto alla Tonhalle di Dusseldorf, assieme all’Orchestra da camera della Radio polacca diretta da Agnieszka Dusmal, nel 2014 


Questo meraviglioso concerto fu composto da Chopin nel 1830, quando aveva appena vent’anni. Fu seguito dallo stesso autore a Varsavia come concerto d’addio prima di lasciare la sua amata Polonia. La prima esecuzione fu un grande successo, anche se oggi i critici musicali si dividono sull’opera, in quanto alcuni ritengono che l’accompagnamento orchestrale sia troppo semplice e che non sia uno delle migliori opere di Chopin, altri invece vedono nella linearità dell’accompagnamento qualcosa di voluto dall’autore per assecondare al meglio la sonorità del pianoforte.



Il concerto è costituito da tre movimenti: 1. allegro maestoso, 2. romanza -  laghetto, 3. rondò – vivace.
Se riuscite a non farvi distrarre dalla bellezza della pianista, scoprirete che nel primo movimentoci sono tre temi, ossia tre idee musicali che vi invito ad individuare.  La tonalità in minore conferisce alla prima idea tematica, presentata dagli archi, una presenza maestosa con delle venature malinconiche che abbraccia ascoltatore prima dell’ingresso della solista al pianoforte.

Il secondo tempo è descritto al meglio dallo stesso Chopin in una lettera:
“"Non è pensato per creare un effetto potente; è piuttosto una romanza, calma e malinconica, che dà l'impressione di qualcuno che guarda dolcemente verso un punto che richiama alla mente mille ricordi felici. È una sorta di fantasticheria al chiaro di luna in una bella sera di primavera […] qualcosa che mostra senza vergogna i sentimenti".

Il terzo tempo inizia in una maniera a dir poco marziale ed è stato costruito sul ritmo sincopato e veloce di una danza popolare della città di Cracovia all’epoca di Chopin. Come tradizione, il terzo tempo al tempo del virtuosismo dove la pianista mette in mostra tutta la sua bravura nella scoppiettante velocità.
Questo concerto ha avuto anche una discreta fama come colonna sonora di film di varia tipologia, da The Truman show del 1998 a The lady in the van del 2015.

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31.3.20

Un giro in campagna con Beethoven: la sinfonia n.6 "pastorale"



La Sinfonia n.6 in fa maggiore è centrale tra i brani celebri composto da Ludwig van Beethoven, una delle gemme della corona che ha posto sul capo della Musica. Fu eseguita la prima volta il 22 dicembre 1808 a Vienna al Theater an der Wien, in un concerto infinito nel quale fu eseguita anche la quinta sinfonia dello stesso autore ed altri quattro brani abbastanza impegnativi. Cosa impensabile al giorno d’oggi, visto che solo la sesta sinfonia dura circa 45 minuti ed il nostro limite massimo di attenzione è di 15 minuti. Tuttavia vi invito a prendervi un'ora di completo relax dove ascoltarla lasciandovi trasportare dalle immagini che evocheranno per voi le note. 


La sinfonia n.6 è composta da cinque tempi, ad ogni tempo è stato assegnato dal compositore un sottotitolo che, secondo il progetto di Beethoven, più che avere un intento descrittivo, mirava ad esprimere dei sentimenti, i sentimenti che probabilmente egli stesso provava di fronte alle sue fonti di ispirazione e che ha poi voluto tradurre in musica.

Wiener Philharmoniker (Orchestra Filarmonica di Vienna - Austria)

Direttore d'orchestra: Christian Thielemans



Primo tempo:Allegro ma non troppo. 
Descrizione: Il Risveglio dei sentimenti all’arrivo in campagna.
La sinfonia inizia con un dolce e delicato tema musicale che viene proposto dai violini primi. Molti musicologi hanno cercato di capire dove l’autore avesse preso questo tema, alcuni l’ hanno individuato in un motivetto popolare croato, ma probabilmente si tratta di un motivo originale dell’autore che si è lasciato ispirare da qualche motivo di origine pastorale. 

Secondo tempo: Andante molto mosso
Descrizione: Scena al ruscello.
Più propriamente descrittiva, questa scena è incentrata sull'immagine di un ruscello che scorre e la natura che fiorisce intorno, gli strumenti a fiato imitano il cinguettio degli uccelli che si può ritrovare nelle note di flauti, oboi e clarinetti.

Terzo tempo: Allegro
Descrizione: Riunione di contadini in festa.
In questo terzo movimento compare l'umanità tra la natura, con una allegra festa di contadini dove sono centrali danze ritmate dal suono di flauti e cornamuse

Quarto tempo: Allegro
Descrizione: il temporale
La festa che vedeva protagonisti gli allegri contadini danzanti viene interrotta da un improvviso temporale. I suoni tipici della tempesta vengono imitati dal suono delle trombe, dei tromboni e dai bassi. I tuoni vengono invitati dei timpani. La musica si sussegue con ritmo incalzante fino al termine di questo movimento dove torna la calma

Quinto movimento:Allegretto
Descrizione: canto pastorale: Sentimenti di gioia e di riconoscenza dopo il temporale.
Passata la tempesta, questo immenso affresco musicale da spazio alla riconoscenza dei pastori per il passato pericolo. Ritorna il tema principale affidato agli archi, mentre l’opera si conclude con un rallentamento del tempo che termina col tema riproposto in pianissimo e sottovoce.

In conclusione voglio allegarvi il video con lo spartito in modo che possiate vedere la meraviglia del susseguirsi delle note, che già da sola è un'opera d'arte!


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29.3.20

Perdersi nella musica: il terzo movimento della Sinfonia n.3 di Brahms

Sempre in tema di musiche che curano l’anima, vi propongo l’ascolto del terzo movimento della sinfonia n.3 in fa maggiore op.90 di Johannes Brahms.
Composta l’estate del 1883 a Wiesbaden fu eseguita la prima volta nella celebre sala del Musikverein di Vienna (quella da cui viene trasmesso il concerto di capodanno per intenderci). 


Il terzo movimento è in tonalità minore, do minore, con tempo segnato di “Poco allegretto”. Il tema principale è affidato inizialmente ai violoncelli che suonano all’unisono, un tema cantabile e struggente che sembra una “summa” del Romanticismo tedesco. Il tema passa poi ai violini che lo ripropongono accompagnati dal tessuto sottile dei fiati, che infine si appropriano della melodia principale coi flauti. Si passa ad un secondo momento in cui fiati ed archi dialogano su una melodia puntata che da leggerezza in questa immersione nell’anima, ma infine, dopo un momento di suspance ritorna il tema proposto in maniera solenne dai corni e dall’oboe che iniziano un istante dopo a dialogare con clarinetti e fagotti. Torna infine un’ultima volta il tema riproposto da tutti gli archi sul pizzicando dei contrabbassi sul quale infine si spegne. 


E’ una delle melodie più dirette al cuore che sia mai stata composta. Da ascoltare ad occhi chiusi cercando di seguire i movimenti che fa il tema principale tra i vari strumenti  
La registrazione che vi propongo non è una di quelle tradizionali che ha fatto la storia di questa sinfonia, ho preferito proporre un’orchestra di giovani, quella dell’Università della Musica “Franz Liszt” di Weimar, Germania diretti dal prof. Nicolas Pasquet.  

26.3.20

Una carezza per l'anima, l'adagio dalla Nona di Beethoven

Quest’anno cade il 250º anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, non mi soffermerò su la sua biografia o su altri dati che si possono facilmente reperire in internet o comunque su nozioni tecniche già affrontate in studi fatti da musicologi sicuramente più autorevoli del sottoscritto. Mi voglio soffermare su singoli brani o parti di essi, creando una sorta di guida all’ascolto, cercando di avvicinarvi, con queste brevi presentazioni, all’opera omnia dell’autore. Ognuno di voi poi, se vorrà, potrà approfondire ascoltando ulteriori opere del compositore.



Per iniziare vorrei partire da una delle opere più celebri, la Nona sinfonia, quella che per intenderci contiene l’“Inno alla gioia” che è anche l’inno dell’Unione europea, ma mi voglio soffermare in particolare su uno dei tempi di questa sinfonia e precisamente il terzo, l’adagio molto e cantabile. Si tratta di un tempo ad alto tasso di lirismo che sembra essere stato scritto per aprire l’anima, innalzare l’ascoltatore su un piano superiore, prima di dare spazio all’inno alla gioia alla fratellanza che chiude la sinfonia nel quarto movimento. È una musica che sicuramente può anche essere utilizzata come balsamo, o come ausilio in un momento di introspezione, in una “messa in ascolto” di sé stessi in un momento così triste come quello che stiamo vivendo in questi giorni a causa della pandemia. A questo punto, prima di procedere con la lettura di qualche nota tecnica, il mio suggerimento è di mettervi comodi chiudere gli occhi, fare il vuoto nella mente ed ascoltare, lasciando spazio alle immagini che si presentano richiamate dalle note.



Registrazione che vi ho proposto è stata eseguita dall’orchestra filarmonica di Vienna diretta da Christian Thielmann, uno dei direttori che più si sono dedicati allo studio del compositore di Bonn e considerato da diversi critici uno dei più bravi esecutori di Beethoven dopo il punto di riferimento per tutti che è Herbert von Karajan. 

Per approfondimenti suggerisco questo link con la guida all’ascolto di tutte le sinfonie di Beethoven.
http://www.magiadellopera.com/guidaallascolto/beethoven-ludwig-van-le-nove-sinfonie/

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